Guida al Biodizionario
Con l’enorme diffusione del Bio sono aumentate anche le possibilità di verificare l’effettiva composizione dei prodotti ad esempio tramite l’utilizzo del Biodizionario o di applicazioni specifiche dedicate a stabilire se un ingrediente è buono o cattivo.
Il sistema è molto semplice, si cerca l’ingrediente riportato sull’Inci del prodotto e tramite un sistema a semaforo si verifica la bontà o meno dello stesso:
verde è ok, giallo necessità di attenzioni, rosso è da evitare.
Ma quali sono i criteri usati per stabilire se un ingrediente merita il pallino verde o meno? Sostanzialmente sono tre:
- un primo criterio è la biodegradabilità delle sostanze che, se non lo sono o lo sono poco, rimangono nell'ambiente e fanno danni.
- l'agressività, la riconosciuta pericolosità sono altri ulteriori criteri.
- l'origine delle materie prime: se animali o vegetali, se petrolchimiche o naturali.
E’ così facile quindi farsi una idea di cosa stiamo cercando? La maggior parte dei consumatori si avvicinano a questi strumenti con l’intento di verificare se un ingrediente è vegetale o petrolchimico, quindi buono o cattivo. Stando a questo criterio qualcuno potrebbe allarmarsi visto che diversi oli essenziali ( notoriamente vegetali ed usati in fantastici cosmetici bio) si vedono assegnati un pallino giallo, lo stesso assegnato ad esempio al Sodium Laureth Sulfate (SlS), petrolchimico e aggressivo se non addolcito con altri tensioattivi.
Il criterio principale non è quello legato all’origine della materia prima (se chimica o verde), ma in base allo smaltimento e all’impatto ecoambientale. Resta quindi fondamentale informarsi prima di giudicare un prodotto e prima di utilizzare uno strumento così interessante come il biodizionario.