La manipolazione mediatica

Pubblicato da: Alberto In: Notizie Sopra: Commento: 0 favorite Colpire: 881

LA MANIPOLAZIONE MEDIATICA

Uno dei più grandi studiosi del linguaggio, Chomsky, ha analizzato come si è evoluta la comunicazione nel corso del tempo.

·         La strategia della distrazione.

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche. utilizzando la tecnica del diluvio o della inondazione, di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.

La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica.

“Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza.

Tenere il pubblico occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”.

Si crea un problema, una “situazione”, che produrrà una determinata reazione nel pubblico, in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare.

Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà.

Oppure: creare una crisi economica, per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

·         La strategia della gradualità.

Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po'di anni consecutivi.

Questo è il modo in cui, condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ’80 e ’90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

·         La strategia del differire.

 

Un altro modo, per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessarie”, guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura.

È più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato.

Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente, dopodiché, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si da più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

·         Rivolgersi alla gente come a dei bambini.

La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente.

Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà a dare una risposta o ad avere una reazione priva di senso critico, come quella di una persona di 12 anni o meno.

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